L’ansia può essere ereditaria: ecco cosa dicono gli studi più recenti

L’ansia oggi giorno è un fenomeno ampiamente diffuso, talmente tanto che gli studi scientifici a riguardo si sono andati intensificando. Enormi passi avanti infatti sono stati fatti per migliorare la vita di quanti ne vengono ogni anno colpiti in modo del tutto inaspettato, arrivando spesso anche alla conclusione che si tratti di una questione genetica.

Ma c’è molto di più. Ecco che in questo articolo andremo a capire cosa dicono gli studiosi di psicologia al riguardo, per comprendere anche come affrontare il problema e non sentirsi necessariamente prigioniero dei propri geni. Scopriamo tutto quello che si nasconde davvero dietro gli episodi di ansia che ci colpiscono.

Quanto conta la genetica

Diciamoci la verità: il fatto di attribuire buona parte della colpa alla genetica, è un modo per sradicare le responsabilità di quelle che sono le paturnie mentali che ognuno di noi si fa e per cercare anche un modo per uscire dal loop che crea l’ansia. Sicuramente l’ansia può essere influenzata dai geni che erediti dai tuoi genitori, specie se qualcuno di loro è fortemente ansioso. Ma anche gli stimoli che ti arrivano dall’esterno, come il fatto di convivere con gente ansiosa, le continue aspettative alte e prestanti che la società fomenta, in un certo senso vanno ad alimentare appunto questi fattori genetici.

Si tratta, secondo gli studi di psicologia, di un rischio più o meno alto di sviluppare disturbi di ansia con circa il 30-40% di probabilità in questi casi. Questo significa che geneticamente è probabile diventare ansioso, se qualcuno nella tua famiglia di origine ne soffre. Ma il restante 60-70% dipende solo ed esclusivamente dall’ambiente in cui cresci, dalle esperienze che vivi e dalle tue scelte quotidiane.

Il cervello: l’organo che decide tutto

Tutto quello che abbiamo detto finora ci lascia intendere che un ruolo determinante è quello del cervello, da cui partono tutte le spinte per aumentare l’ansia oppure per combatterla e farla andare via. Se sia ereditaria o meno, scaturita da fonti interne o esterne, poco importa: quando il cervello è predisposto a creare scenari che possono disturbare la nostra serenità, non c’è freno che tenga. Ci sono due aspetti quindi da considerare:

  • l’amigdala, un’area del cervello che tendere ad essere particolarmente attiva, che aiuta a riconoscere e rispondere alle situazioni di pericolo, diventando una sorta di allarme.
  • l’epigenetica, ovvero il momento in cui l’ambiente influenza la presenza dell’ansia. Infatti, se un genitore ha subito un forte trauma, questo viene registrato dal corpo che ha una sua memoria e che passa sui figli, nolenti o volenti.

La buona notizia, in tal senso, è che, anche se hai una predisposizione familiare all’ansia, la puoi comunque schivare, o meglio ancora gestire. Intanto è fondamentale prendersi cura del proprio corpo, dormendo bene e facendo attività fisica. Ricordati anche di mangiare bene e bere a volontà, perché il cervello, anche se non è coinvolto con il metabolismo in senso stretto, lo è in senso lato, basti pensare che l’acqua che assumiamo arriva al cervello attraverso il sangue ed è fondamentale per garantire il suo corretto funzionamento.

La scienza ci ha aiutato a capire che l’ansia può essere, in parte, ereditaria, ma non sei mai schiavo dei tuoi geni. Sapere di avere una predisposizione può diventare un punto di forza, perché ti dà la possibilità di essere consapevole e di fare scelte che proteggano il tuo benessere.

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